“Vittoriana Rutigliano, il colore della musica”
Fra le poche artiste visive a muoversi tra pop-art, neo-dada e astrazione decorativa, Vittoriana Rutigliano non manca di inserire nella sua arte l’ altra sua grande passione, la Musica.
Il Dadaismo aveva già dato legittimità alla fusione dei sensi e dei generi, e ancor meglio Kandinsky e poi Stravinsky avevano approfondito, chi da una parte e chi dall’ altra, quel mondo di reciproche associazioni che già foneticamente li univa, più dello stesso Paese di provenienza.
Come non pensare inoltre alla pioniera del genere, a Sonia Delaunay, che seppe sedurre e influenzare con le sue “trame” pittoriche, lavorava infatti per la già fiorente industria dei tessuti e della Moda, l’ immaginario del XX sec.?
Per concludere infine con il grande Giuseppe Chiari scomparso solo da pochi anni.
Il solo italiano a pieno titolo inserito nel movimento europeo Fluxus.
Rutigliano si fa interprete, è il caso di dirlo visto che é anche un’ eccellente pianista, di quanto l’ ha preceduta, ma in modo rinnovato e libero, senza inibizioni.
Quanto ho potuto vedere nei lavori di Vittoriana mi é bastato a sentire la sua anima, il suo spirito ribelle, concettuale e un poco folle al tempo stesso, quella voglia di comunicare umanità e così affamata di cambiamento, tipico di ogni avanguardia.
Basta osservare la serie Sciences o quella denominata Quadrigrafia, dove disegno, musica e collage foto-grafico si fondono in un “divertimento” cromatico nel segno della vertigine, e sembra riapparire quel mito della velocità, onorato dai Futuristi, in una nuova pervasità globale, ubiqua, più spirituale e divertente.
Il nome di un grande musicista, un estratto da celebri pentagrammi o di sua creazione, compongono un omaggio alla Tradizione, rivisitata però con ironia e leggera sfrontatezza, con l’ allegria del Gioco, tra note colorate e di colore.
Nella grafica e nei collage in particolare ecco manifestarsi la sua vera natura, incapace di scegliere tra immagine e suono, perché semplicemente innamorata di entrambi.
Espressione questi lavori di una sensibilità moderna e contemporanea, fatta per interessare e incuriosire gli altri. Tra l’ altro, perfetti per un’ edizione incisoria o una stampa digitale e per essere “suonati” nel corso di una mostra.
E lei, Vittoriana Rutigliano, perché non potrebbe “pretenderne” l’ eredità, portando avanti questa visione dell’ arte, fatta al contempo di poesia e forza iconoclasta, aggiungendovi quella componente di femminile sensualità che le è propria, il tutto nel segno della Bellezza?
Guido Corazziari